Benelli 900 Sei
BENELLI 900 Sei
All’epoca eravamo tutti innamorati delle giapponesi, capirai c’erano le Kawasaki due tempi 500 e 750 e la Z1 900, la Honda 750 Four, le Suzuki 380, 500, 750.
La Benelli ci pareva una brutta copia fatta con accessori presi dallo scaffale. Le giapponesi invece erano perfette, strumenti raffinatissimi, leve, manopole e comandi bellissimi, ma anche forcelle, cerchi, per non parlar dei motori: tutto sembrava disegnato ad hoc per quelle moto. Lo era.
La Benelli non era così raffinata. Ma le italiane in generale non ci parevano così belle.
Poi le giapponesi non sempre (anzi poche volte) erano all’altezza in quanto telai e sospensioni, ma a noi ragazzi interessava poco, erano belle e sexy, se c’era qualche difettuccio chissenefrega. E chi lo sapeva, poi?
Sulle prestazioni infatti sapevamo poco, sulla guida nulla, le comparative erano una rarità e pochi le leggevano. Eravamo ragazzi, non avevamo tante possibilità di provarle, e anche l’avessimo fatto, cosa avremmo capito? Ma soprattutto: importava?
No. Quando sentivamo passare una sibilante Mach oppure una ululante Four con il Marving bastava e avanzava, eravamo innamorati persi di quelle moto, il resto chissenefrega.
Quasi 50 anni fa vedevo girare a Pesaro i collaudatori con la Benelli 6 cilindri; oggi, dopo mezzo secolo, la posso guidare!
Quando sali su una moto d’epoca ti fai mille scrupoli; ovvio, una scivolata con una moto nuovissima non fa piacere ma si rimedia, se invece pieghi una vintage a metà c’è il rischio che non si aggiusti più, vista la difficoltà nel reperire i ricambi.
Quindi salgo sulla Sei pieno di pensieri. Quello che immaginavo sarebbe stato il primo, come andrà il motore? è invece l’ultimo. Pensavo a come sarebbero andati i freni, le sospensioni, le gomme. Ovvio che non stacchi, quindi se i freni frenano poco o pocopoco è il meno; mi preoccupavano più le gomme, quella dietro che sembra quella di un cinquantino di oggi e mi pareva pure dell’epoca.
Poi è andata bene, guardate il video…